Il libro di Antonio L. Cuddè, su Paul Jackson Pollock, è parte della grande discussione intorno al nuovo linguaggio del Teatro.

Antonio L. Cuddè, Paul Jackson Pollock, Feltrinelli, 112 pagine, brossura

Proporre un testo per le scene teatrali è sempre una sfida; diventa un’impresa dato che il pubblico contemporaneo è abituato alla bidimensionalità del suo telefonino e all’immediatezza degli emoticons, scrivere per il teatro oggi significa possedere non solo conoscenza in campo letterario, ma anche conoscenza dei rimedi tecnici e delle innovazioni tecnologiche, tali da essere queste stesse, conosciute dal pubblico, elemento teatrale.

Pollock, in verità già da vivo, ispirò Tennessee Williams nella creazione del personaggio di Stanley Kowalski per il suo "Un tram che si chiama desiderio", quindi la sua vita, il suo stile, la sua “irascibilità”, sono noti al mondo della cultura, ecco che Antonio Luca Cuddè, dopo vari dialoghi e incontri con l’attore Federico Grassi, che ne ha proposto la stesura, ha scritto il primo testo completo sulla vita del pittore statunitense Paul Jackson Pollock.

Cuddè, classe 1974, laurea “cum laude” in Lettere Classiche con la tesi “Gli explicit dei canti della Divina Commedia” nonché perfezionato in direzione di scena, traduce, adatta e scrive per il teatro dal 2001, intesse i dialoghi con la forma scarna della comunicazione a singhiozzi, fatta di pause e sguardi, (tutto riportato nelle didascalie), dichiara inaffti: “I personaggi riescono a muoversi dentro il loro vissuto che riesce subito ad essere compreso anche ad un ascolto o ad una lettura non approfondita. L'uso di personaggi realmente esistiti, dal pittore Pollock alla consorte Krasner a Peggy Guggenheim, con altri inventati Irina e Tom (nel quale si può riconoscere il carattere di Thomas Benton), ci trasmette tutto il lavoro di immedesimazione storica, affinché fosse possibile riconoscere l'epoca nella quale visse il pittore statunitense, tra il boom economico e la crisi del '29 e le due Guerre Mondiali.”

Testo edito (edizioni La Feltrinelli) e rappresentato nel 2009 (Teatro Civico di Vercelli), è stato preso dal professore Riccardo Perricone come opera di studio per il secondo anno di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.

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